FEDERICA CLERICI

 

Federica Clerici nata a Cantù (Como) il 19 marzo 1988, diplomata in Pittura e Arti Visive presso la NABA, Nuova Accademia di Belle Arti Milano, dove completa il diploma di laurea quinquennale in Arti Visive e Studi Curatoriali.
Il suo lavoro tende alla ricerca di stati in possibilità, di modalità utopiche che possano indicare un possibile. Il gesto minimo, la sua fragilità, il limite verso l’altro sono i campi d’interesse che accompagnano un lavoro in apertura verso la possibilità, che cerca nella traduzione di sottili stati di equilibrio una visione utopica concreta.
Dal 2011 affianca alla ricerca individuale la collaborazione con Alberto Bettinetti al progetto artistico F\Z federica clerici + alberto bettinetti. Insieme incentrano il loro lavoro artistico sulla ricerca di stati di possibilità altra. Di un possibile ampliamento di orizzonte. La poetica, il linguaggio, la ricerca sul dispositivo che diviene stato altro sono il fulcro di un lavoro condiviso che si concreta nella realizzazione di indispositivi e nella determinazione di stati utopici: leggeri equilibri che si compiono in possibilità.

 

Congruenze

 

Il lavoro, mediante una composizione di oggetti standard, intende indagare il concetto di congruenza.
In geometria elementare due figure si dicono congruenti se mediante uno spostamento rigido, traslazione, rotazione e riflessione, si sovrappongono l'una all'altra, coincidendo perfettamente.
Titoli di viaggio ordinari vengono scelti per la caratteristica grafica presente sul retro. 
I biglietti congruenti per forma e aspetto originario vengono assemblati in una serie di combinazioni possibili creando composizioni di linee continue e spezzate alla ricerca di corrispondenze grafiche. 
I singoli elementi, una volta uniti, perdono il rapporto di congruenza assumendo un'unità formale.

 

 

 

Congruenze, 2015, corrispondenze grafiche modulari, dimensioni variabili

 

 

Due di uno

 

Due di uno, 2014, cerchio di ottone raddoppiabile

 

 

Corrispondenti

 

Il lavoro è costituito da un oggetto indispositivo,
si annulla la funzionalità dell'oggetto coltello ponendo in uno stato di parità i sui estremi.
Se ne ricava un oggetto inutile alla funzione originaria dove non vi è più una parte del manico e della lama ma, le due estremità sono poste alla pari.

 

 

 

Corrispondenti, 2014, doppio manico + doppia lama

 

 

Simili

 

Appunti di somiglianza.

 

 

 

Simili, 2014, vetro + ferro

 

 

Lasciare una sola possibilità (bicarillon)

 

Meccanismo che è azione indispositiva, possibilità di incontro.

L'interesse è rivolto verso la possibilità che sta nel incontro possibile, una possibilità che è il suono fragile dell’indispositivo, suono che è momento minimo che necessita di attenzione.
L’indispositivo tende verso una sola unica nota, un forse silenzio / suono, in un qui e ora probabile e imprecisato, il suono che non può essere previsto, è incontro che nel suo essere effimero può essere solo intravisto.
Il bicarillon, è strumento in attesa e di attesa di un’accadimento, di una possibilità altra.

 

 

 

Lasciare una sola possibilità (bicarillon), 2010 - 2011, indispositivo, 6,3 x 12,1 x 4,5 cm

 

 

Anche in un bicchiere si sente il mare

 

In uno stato indispositivo si pone anche in un bicchiere si sente il mare, lavoro che è uno stato im-possibile, possibile dell’oggetto minimo bicchiere che contiene in sé il suono inesistente del mare evocato dall’accostamento all’orecchio.
Il suono che è suono-immaginario (suono-non suono), si trova in un altrove che è luogo senza luogo.
Il suono impossibile è assente / presente nel bicchiere, una presenza che è evocata dal titolo che si pone come doppio al bicchiere, immagine visibile del suono.
L’im-possibilità si fa determinante di uno stato di in possibilità.

 

 

 

anche in un bicchiere si sente il mare, 2010 - 2011, dittico, fotografia

 

 

Impossibile farla stare in piedi

 

Piccola scultura che consiste in una moneta alla quale sono state consumate entrambe le facce.
Senza testa né croce la moneta si presenta inutile per svolgere il suo ruolo divinatorio; se lanciata non potrà cadere indicando una possibilità a scapito dell’altra, se bestasse lanciarla, allora non avrebbe facce.
Il meccanismo è insito dell’oggetto consumato, instabile si ferma in piedi per un istante infinito.
È così che la moneta lanciata si pone in bilico, in piedi, incapace di prendere una decisione, ecco che le due possibilità assenti, usurate, non sono altro che la stessa impossibilità.

 

 

 

impossibile farla stare in piedi, 2010, moneta, 2,7 x 0,2 cm

 

 

Suoni di carta (carillon)

 

Serie di diciotto carillon realizzati con vari tipi di carta, cartone e filo di ferro il cui suono è il rumore ottenuto dall'attrito della carta stessa.
Audio composto dai suoni prodotti dai carillon.

Non suono / suono
I carillon di carta sono una prima dichiarazione di interessi:
il suono in quanto rumore ma anche in quanto silenzio, il dispositivo e soprattutto il fragile.
Questi minimi meccanismi tendono a voler produrre un suono che dato il loro stato non può essere: utopici / sabotati nel loro essere di carta.
Il suono minimo della carta, registrato diventa rumore indefinito, contraddizione e opposto al silenzio visivo.
Suoni di carta si pone in uno stato temporale precario nel materiale, il suo suono effimero diventa contraddittoriamente suono continuo nel suo ripetersi.
Ed è proprio questo suo ripetersi determinante di un presente continuo.

I carillon: dispositivi sonori sono modi altri, alternative al meccanismo reale.

 

 

 

Suoni di carta (carillon), 2008, installazione: carillon di carta, cartone, filo di ferro + audio 9': 54"